Sopra Narni si trova una città chiamata Cesi, collocata ai piedi di grandi rocce, che sembra minaccino di crollare ogni momento. La gente comune sostiene che la città sia legata da catene adamantine, che dicono siano invisibili, alla montagna vicina...
Anne Miller
Il piccolo abitato di Cesi è un borgo medievale di matrice castellana che sorge sulle pendici del monte Torre Maggiore, nella parte più a sud della catena dei Monti Martani.
La storia di Cesi inizia nell’epoca romana. Nel Medioevo la città fu inglobata nel possedimento feudale della famiglia degli Arnolfi ed era considerata un avamposto a controllo della conca ternana. Il periodo di massimo splendore si ebbe nei secoli XVI e XVII, quando Cesi era “capitale” delle Terre Arnolfe, denominazione che permane fino ai primi anni del ‘700. Nel 1525 il Papa Clemente VII assegna la signoria alla famiglia Cesi di Acquasparta che farà erigere il bel palazzo che tuttora si vede nel centro storico. Sorgono, più o meno contemporaneamente, anche gli altri palazzi nobiliari che daranno lustro al centro storico. Nel 1861 viene formata la prima giunta municipale di Cesi che avrà termine nel 1927 quando verrà istituita la Provincia di Terni che, dovendo ampliare il territorio comunale per decreto legislativo, ingloberà Cesi e altri comuni come Collescipoli, Collestatte e Piediluco.
Cesi racchiude al suo interno un patrimonio artistico di alto valore, con palazzi nobiliari risalenti a diverse epoche storiche voluti da importanti famiglie umbre e romane.
Palazzo Spada – Stocchi è un edificio seicentesco con notevoli affreschi in cui sono raffigurate “scene bibliche” e “scene di caccia”. Al piano terra si trova un bel camino: nell’architrave sono inseriti i nomi di Pietro e Silvestro Spada, i committenti del palazzo.
Altro edificio di grande importanza artistica è l’ex chiesa di Sant’Andrea. Costruito nel XII secolo e ristrutturato nel‘500, presenta affreschi riguardanti Santa Lucia e Sant’Agostino. Resti di affreschi si trovano anche nella parte absidale. Di notevole interesse sono anche i portali sulla fiancata che contengono dei bassorilievi che provengono dall’antica città romana di Carsulae, nei pressi di Cesi. Sconsacrata nel XIX secolo, oggi è utilizzata come teatro.
La chiesa parrocchiale di Cesi è Santa Maria Assunta. Eretta nel ‘500, è stata più volte ristrutturata. Al suo interno costudisce molte opere d’arte: un affresco del ’500 del Papacello, tele di Barbiani, Troppa e Barla, un coro in noce del XIII secolo, un crocefisso ligneo del’600, oltre a un prezioso organo realizzato nel 1836 da Francesco Pasquetti. Nel museo parrocchiale della chiesa è conservata, tra le altre opere, una notevole statua lignea del XIII secolo, e una stupenda pala di scuola umbra attribuita al cosiddetto Maestro di Cesi, datata 1308 “Madonna col bambino fra gli angeli e i santi”.
Fuori dalle mura sorgono altri complessi religiosi. In primis la chiesa di Santa Maria de fori, che è stato uno dei primi centri abitativi di Cesi. Eretta nel 1042, ospitò una comunità benedettina. Inoltre, come l’ex chiesa di Sant’Andrea, è stata costruita con molti materiali provenienti da Carsulae.
Poco distante la chiesa della Madonna della Pittura, del’600, con un bel affresco realizzato da Bartolomeo Barbiani.
Percorrendo un lungo ma suggestivo percorso tra i boschi della montagna di Cesi, si possono incontrare tre chiese. La prima è la piccola chiesa di San Biagio, anch’essa costudisce un affresco di Bartolomeo Barbiani (1640). Seconda è la chiesa di Sant’Erasmo, eretta nel XII secolo, già monastero benedettino, che sorge sulle fondamenta della rocca medievale di Cesi. La terza tappa è il convento dell’Eremita di Cesi. Qui intorno a San Francesco nel XIII secolo si costituì una comunità francescana. L’Eremita è stato recentemente ristrutturato.
Chi soggiorna a Cesi non può non visitare Carsulae, area archeologica che mostra i resti di un’antica città romana di villaggiatura termale.
Carsulae si sviluppa lungo l’antica via Flaminia e nei pressi delle fonti di acque minerali e termali di San Gemini. La presenza delle terme attirava a Carsulae ne faceva una meta turistica. Gli scavi hanno portato alla luce un anfiteatro, un teatro ben conservato, una Basilica, il Foro, un tratto della Via Flaminia, i Templi Gemini, dedicati ai Dioscuri, la Necropoli con i suoi monumenti e il così detto Arco di San Damiano, che rappresentava il principale accesso alla città. Nel museo di Carsulae si possono ammirare molti reperti venuti alla luce con gli scavi del XX secolo, come la statua del giovane dio Bacco, il busto dell’imperatore Claudio e una serie dei cosiddetti cippi carsulani.
Altro sito di interesse archeologico vicino a Cesi è Sant’Erasmo, che nel tempo ha ospitato la rocca medievale di Cesi e successivamente la Chiesa di Sant’Erasmo.
I capi del partito, giunti a Carsulae, si prendono pochi giorni di riposo... la località stessa del campo era assai piacevole: la vista era molto ampia, assicurati i rifornimenti per le truppe, avevano alle spalle municipi estremamente fiorenti...
Tacito
San Gemini, uno dei Borghi più belli d’Italia e parte del circuito Slow Food, è uno scrigno che racchiude storia, arte, cultura e ottima cucina.
È anche un importante centro termale, con il suo Parco delle Fonti di San Gemini, famoso per l’omonima acqua minerale.
La monumentale Porta Romana è l’ingresso al centro storico medievale, in cui si possono ammirare numerosi palazzi nobiliari. In Piazza San Francesco si trovano la fontana Gemine Astolfi, Palazzo Canova, il Palazzo Comunale e l’adiacente Porta Burgi da cui si accede alla parte medievale del borgo. Qui si trova il maestoso Palazzo Vecchio o Palazzo del Capitano del Popolo realizzato tra il XII e il XIII secolo. La vicina Torre Esperia, con campanile a vela, orologio e campana originaria, risale al 1300.
La più importante chiesa di San Gemini è il Duomo di Santo Gemine, edificato nel IX secolo e ricostruito nel XIV. All’interno sono custoditi un crocifisso ligneo del XV secolo, quattro tele seicentesche e l’urna con le reliquie del Santo collocata sotto l’altare maggiore. La Chiesa di San Francesco, affacciata sull’omonima piazza, ha un portale ogivale in legno di noce del XIII secolo e l’interno è decorato con affreschi quattrocenteschi.
La Chiesa di San Giovanni Battista, in Piazza Garibaldi, era in passato un battistero a pianta centrale. Risale, infine, all’XI secolo la suggestiva Abbazia di San Nicolò, appena fuori dal centro storico.
Una visita alla città di Terni è d’obbligo durante un soggiorno a Cesi. Conosciuta come la “città dell’acciaio”, Terni ha un patrimonio storico, culturale e naturale che va ben oltre la sua immagine di città industriale. Le testimonianze del passato si mescolano armoniosamente con le architetture contemporanee firmate da nomi illustri come Ridolfi, Frankl e Bazzani, creando un tessuto urbano unico nel suo genere. In città si possono visitare le molte chiese espressione di diverse epoche che vanno dall’alto medioevo al rinascimento: la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Basilica di San Valentino, la Chiesa di San Salvatore e la Chiesa di San Francesco, solo per citarne alcune.
Ampio spazio è dato all’arte con percorsi che ne attraversano la storia, dall’arte antica a quella contemporanea. Il complesso del Centro Arti Opificio Siri comprende l’Anfiteatro Romano, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice, il Museo Archeologico Claudia Giontella e il Paleolab – Museo Paleontologico.
L’Anfiteatro Romano di Terni è uno dei tesori più preziosi della città, anticamente conosciuta come Interamna. Situato in prossimità del Duomo, questo magnifico monumento offre un’importante testimonianza della ricca stratificazione storica di Terni. Costruito durante l’età giulio-claudia, nel contesto di un vasto programma di lavori pubblici volti alla monumentalizzazione di Interamna, l’Anfiteatro si ergeva all’interno delle mura del municipio romano, con parti ancora visibili nei dintorni. La sua posizione fuori dall’abitato favoriva un facile accesso per il considerevole numero di spettatori che si affollavano per assistere ai giochi e ai combattimenti.
Sebbene il monumento sia stato oggetto di ristrutturazioni nel corso dei secoli e parte delle sue strutture murarie siano state integrate nel palazzo vescovile e nella chiesa della Madonna del Carmine, la sua forma ellittica originale è rimasta intatta. Gli scavi archeologici, soprattutto quelli più recenti, hanno portato alla luce le intricate strutture interne dell’Anfiteatro, permettendoci di ammirare la grandiosità dell’opera, con resti che raggiungono anche i 10 metri di altezza.
Oggi, dopo lavori di restauro e riqualificazione, l’Anfiteatro è uno spazio di grande pregio e suggestione, utilizzato per spettacoli teatrali e manifestazioni culturali che ne valorizzano la rilevanza storico-archeologica.
Il Duomo di Terni, dedicato a Santa Maria Assunta, si presenta come un imponente simbolo della fede e della storia della città. La sua storia risale ai secoli passati, quando le prime fondamenta furono poste sul luogo di sepoltura del vescovo Sant’Anastasio. La chiesa originaria era una basilica romanica a tre navate, di cui oggi rimangono pochi resti visibili, come il portale centrale e alcune murature sotto il portico.
Nel corso del Cinquecento, l’edificio subì una radicale ricostruzione, trasformandosi in una maestosa basilica a tre navate con un ampio transetto e una cupola imponente all’incrocio della crociera. Il progetto di questa trasformazione viene attribuito a Sebastiano Flori, allievo del celebre Vasari. I lavori, protrattisi per oltre un secolo, giunsero a compimento solo nella prima metà del Seicento, sotto l’episcopato del Cardinale Rapaccioli, che contribuì alla realizzazione dell’elegante fronte porticato.
All’interno del Duomo, oltre alla suggestiva architettura, si trovano opere d’arte di grande valore, tra cui spicca il monumentale organo, attribuito alla genialità di Gianlorenzo Bernini, e l’altare maggiore in marmi policromi, realizzato nel Settecento su disegno di Carlo Murena, allievo del rinomato Vanvitelli. Il Duomo di Terni, con la sua magnificenza architettonica e la ricchezza artistica delle sue opere, continua a essere un luogo di culto e riflessione per i fedeli e un punto di riferimento per i visitatori che desiderano immergersi nella storia e nella bellezza della città.
La maestosa Basilica di San Valentino sorge a breve distanza dal cuore di Terni, su un sito intriso di storia e devozione. Costruita sulle fondamenta di un antico cimitero cristiano, questa basilica rappresenta una delle più significative testimonianze di necropoli paleocristiane in Umbria. Dedicata al Santo patrono della città e degli innamorati, la basilica è eretta sul luogo di sepoltura del martire, decapitato a Roma lungo la Via Flaminia e riportato nottetempo a Terni dai suoi seguaci.
L’edificio originario era un modesto sacello, successivamente trasformato in una basilica paleocristiana a cinque navate. La facciata, di stile classico, fu completata solo nel 1854, mentre l’interno presenta un’elegante sobrietà di stile barocco, impreziosito da stucchi e volte affrescate. Gli altari ospitano magnifiche tele seicentesche, tra cui spiccano opere di rinomati artisti come Lucas de la Haye, il Cavalier d’Arpino e Luca Polidori. Sotto l’altare maggiore, è possibile ammirare la statua reliquiario di San Valentino, custodita in una teca di cristallo.
Particolarmente suggestiva è la cripta, che costituisce il nucleo originario della chiesa e offre un’atmosfera carica di spiritualità e storia. Adiacente alla basilica si erge la maestosa struttura del vecchio convento, testimone silenzioso dei secoli di devozione e preghiera che caratterizzano questo luogo sacro. La Basilica di San Valentino non è solo un luogo di culto, ma anche un importante centro di spiritualità e riflessione, che continua a ispirare fedeli e visitatori con la sua bellezza intramontabile e la sua storia millenaria.
Conosciuta comunemente come l’Obelisco di Arnaldo Pomodoro, la “Lancia di Luce” è un’icona moderna di Terni, simbolo di innovazione e bellezza artistica. Quest’opera monumentale rappresenta l’evoluzione dell’arte fusoria, con cinque imponenti blocchi di acciaio inossidabile che si ergono verso il cielo, trasmettendo un senso di potenza e armonia. Nonostante sembri essere d’oro, la sua struttura interamente in acciaio inossidabile rivela una complessità tecnica sorprendente.
Alto trenta metri e con un peso di novanta tonnellate, la “Lancia di Luce” è stata il risultato di tredicimila ore di lavoro, ideata dal celebre scultore Arnaldo Pomodoro, il cui talento ha dato vita a opere installate in città di tutto il mondo. È l’unica scultura dell’artista realizzata interamente in acciaio, una testimonianza della sua sperimentazione e innovazione nel campo artistico.
La sua realizzazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra Pomodoro e esperti forgiatori di Terni, con anni di esperienza nelle acciaierie locali. L’uso di varie leghe e nuovi processi di fusione ha conferito ai blocchi della “Lancia di Luce” colorazioni uniche, ottenute grazie all’impiego di sabbia proveniente da montagne africane e spiagge australiane.
Collocata all’ingresso del centro cittadino, lungo il corso del Popolo progettato da Mario Ridolfi e Wolfgang Frankl, la “Lancia di Luce” è una testimonianza tangibile del passato industriale di Terni e della sua aspirazione verso il futuro e la modernità. Un’opera che unisce maestria artistica e innovazione tecnologica, rappresentando un’icona di orgoglio per la città e un simbolo di ispirazione per gli amanti dell’arte contemporanea.
Portaria è un borgo medievale che sorge sull’antica via Flaminia tra Carsulae e Spoleto, caratterizzato da strette stradine lastricate, antiche abitazioni in pietra e una vista panoramica mozzafiato sulla valle del torrente Naia.
Nel centro storico di Portaria si trovano la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, la Torre dell’Orologio e i resti delle mura fortificate e della rocca medievale.
Portaria è anche un ottimo punto di partenza per escursioni e passeggiate nei dintorni, offrendo ai visitatori la possibilità di esplorare i rigogliosi boschi e i sentieri naturalistici dei Monti Martani.
Narni, a una manciata di chilometri da Cesi, è uno dei borghi medievali più intatti e affascinanti d’Italia. Con le sue strette stradine acciottolate, i palazzi storici e le antiche torri, Narni offre un tuffo nella storia medievale.
Il centro storico è dominato dalla maestosa Rocca Albornoziana, una fortezza imponente che offre una vista spettacolare sulla valle sottostante.
Nel cuore del borgo si trovano testimonianze della storia della città come il Palazzo dei Priori, la rinascimentale Fontana del Mascherone, la Chiesa di San Domenico con il suo magnifico chiostro e la Cattedrale di San Giovenale, un capolavoro dell’architettura romanica. Meritano una visita Palazzo Eroli con la sua ricchissima pinacoteca e il Teatro Manini, splendido esempio di teatro all’italiana risalente al XIX secolo.
Un’esperienza unica è la visita guidata a Narni Sotterranea, complesso di chiese e ambienti ipogei dalla storia misteriosa e affascinante legata all’epoca della Santa Inquisizione.
Nascosto tra le imponenti vette dei monti Luco e Caperno, il Lago di Piediluco si erge come una gemma scintillante all’estremità meridionale dell’Umbria, al confine con il Lazio.
Secondo in grandezza solo al Trasimeno nella regione, questo incantevole bacino d’acqua si distingue per la sua forma irregolare, che conferisce alla sua sponda un suggestivo sviluppo di circa 13 chilometri, nonostante la sua superficie sia relativamente piccola, appena 1,52 chilometri quadrati.
A un’altitudine di circa 370 metri sul livello del mare, il lago raggiunge la sua massima profondità di circa 20 metri vicino all’abitato di Piediluco, con pochi punti in cui le acque non superano i 12 metri. Tra i principali affluenti spicca il Rio Fuscello, che origina dal versante orientale del Tilia, insieme a due canali artificiali.
Il Lago di Piediluco, insieme ad altri specchi d’acqua più piccoli della piana reatina, è ciò che rimane dell’antico Lacus Velinus, formato nel Quaternario dalle vicende oroidrografiche dei fiumi Nera e Velino. Si ipotizza che in passato il lago abbia ricoperto gran parte della piana reatina, estendendosi fino al ciglione delle Marmore.
Durante i mesi estivi, il lago prende vita con le barche dai colori vivaci che si godono il sole, mentre i canottieri sfrecciano sull’acqua, rendendo Piediluco un campo di gara per regate nazionali e internazionali.
Gli amanti della canoa, della vela e del windsurfing trovano qui il loro paradiso, con un’ampia gamma di sport acquatici da praticare. Il Lago di Piediluco incanta i visitatori con la sua bellezza naturale e offre un rifugio di pace e divertimento per coloro che lo esplorano.
Rimbombo di acque!
Dalla scoscesa altura il Velino fende il baratro consunto dai flutti. Caduta di acque!
Veloce come la luce, la lampeggiante massa spumeggia, scuotendo l'abisso.Lord Byron
La Cascata delle Marmore, tra le più alte d’Europa, è un salto di 165 metri del Fiume Velino nel Fiume Nera. Il suo fascino potente ha ispirato poeti e scrittori come Byron e Goethe e attira ogni anni migliaia di visitatori da tutto il mondo.
Il parco della Cascata offre sentieri che permettono di risalirla e godere del suo spettacolo dall’alto. Il ricco ecosistema, caratterizzato da salici, lecci, querce, aceri e faggi, è popolato da una ricca fauna acquatica e da molte specie di uccelli e rapaci.
La cascata è una formidabile opera d’ingegneria romana realizzata nel 271 a.C. per permettere il deflusso delle acque del Velino, responsabili di inondazioni e formazione di paludi. A noi piace credere però ad un’altra storia, quella che vede protagonista una creatura fatata, una ninfa di nome Nera, innamoratasi perdutamente del giovane pastore Velino. L’amore tra la ninfa e un essere umano provocò la furia di Giunone, che trasformò Nera in un fiume. Velino si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore credendo che Nera stesse annegando in quelle acque che prima non c’erano. Giove, per evitargli morte certa, durante il volo lo trasformò in acqua, così da salvarsi e ricongiungersi con Nera per l’eternità.
La Valnerina, poco distante da Cesi, è un vero paradiso per gli amanti della natura e delle attività all’aria aperta. Incorniciata da verdi colline e attraversata dal fiume Nera, questa valle offre paesaggi mozzafiato caratterizzati da una natura lussureggiante.
I pittoreschi borghi che punteggiano valle, come Scheggino, Ferentillo, Arrone e Vallo di Nera, conservano un patrimonio storico e culturale ricchissimo, con antiche chiese, castelli e case in pietra che raccontano storie di tempi lontani. Gli appassionati di trekking e mountain bike possono esplorare una rete di sentieri di diversa difficoltà, mentre il fiume Nera offre eccellenti opportunità per il rafting, il canyoning e il river walking.
La Valnerina è anche un luogo ideale per praticare l’arrampicata, grazie alle sue pareti rocciose naturali: famosa e molto amata è la falesia di Ferentillo, che attira climber da tutta Italia. Per chi cerca un’esperienza più rilassante, i prati e i boschi della valle sono perfetti per picnic e passeggiate immerse nel verde.